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La copertina del volume che commenta i due più grandi cantieri del decennio secondo lo spirito delle "fabbriche" medievali.
Prendendo spunto dagli sfondi degli affreschi di Assisi, incredibilmente analoghi alle architetture di alcuni maestri contemporanei, si può ripensare a Giotto, artista-manager, come anticipatore dell'attuale figura di progettista internazionale ricercato dai budget per le sue creazioni spiazzanti.

Nella foto il cantiere del National Stadium di Pechino durante i lavori nel giugno del 2007.
Tra le componenti più pressanti di un orientamento progettuale, sensibile ai temi della Responsabilità Sociale del Progetto (RSP), figurano: la valorizzazione di un equilibrato rapporto tra l’opera e la cultura tecnica locale; la tutela delle condizioni minime di sicurezza e salubrità del lavoro nelle aziende manifatturiere; l’impegno ad usare materiali e tecnologie non derivanti da processi iperenergetici o tossici; l’adesione ai principi generali del risparmio energetico nella gestione, associati all’uso maggioritario di fonti rinnovabili; il migliore uso delle risorse economiche disponibili in un quadro di durabilità dell’opera, con accettabili livelli di manutenzione; il completamento della progettazione con lo studio del processo di invecchiamento dell’oggetto che preveda una obsolescenza gradevole e controllata dei componenti, il disassemblaggio coordinato dei componenti e il minimo impatto al termine del loro ciclo di vita; la ricerca di una relazione, di mediazione, di mimesi e di contrasto, dell’opera con il contesto sociale ed ambientale che lo circonda in un quadro di condivisione delle scelte.

La crisi economica e le instabilità monetarie (e psicologiche) del 2008 sollecitano la cultura del progetto ad un ripensamento epocale per rispondere al bisogno di prodotti stabili nel linguaggio espressivo e nel regime funzionale, per consentire prezzi equilibrati rispetto al valore dell’oggetto e ai bisogni soddisfatti, per ottenere prodotti aggiustabili e adattabili alle esigenze mutevoli.
Un insieme di elementi prestazionali orientati da una filosofia della durabilità che inneschi una possibilità di riparazione spinta e renda praticamente illimitato l’uso e tramandabile il manufatto. Il concept è ispirato alla manutenzione facilitata e ad un linguaggio formale estraneo alle espressività temporanee, un modo per rendere stabile la permanenza degli oggetti nello scenario fisico ed emotivo delle persone.